Daliland: Presentato al Toronto International Film Festival 2022 e al 40° Torino Film Festival, in uscita nelle sale italiane il biopic di Mary Harron sul maestro catalano del surrealismo.
New York 1974, Salvador Dalí è nel suo momento di massima creatività artistica e popolarità. Le sue incredibili feste sono leggendarie e la sua fama è oramai sconfinata, un tenore di vita estremamente dispendioso che lo costringe ad una produzione continua. James è un giovane dipendente di una galleria, appassionato d’arte e desideroso di conoscere il mondo. Quasi per caso diventa assistente del celebre artista, una esperienza che cambierà per sempre la suo visione del mondo e dell’arte.
Ad osservare la produzione di Mary Harron sembra che la regista sia particolrmente attratta dalle personalità narcisistiche. Dopo aver diretto American Psycho e Ho sparato a Andy Warhol sceglie di tornare nel mondo dell’arte dedicandosi al ritratto degli ultimi anni di Salvador Dalí, proponendo una narrazione caratterizzata da aspetti meno noti della sua interiorità e da alcuni passaggi cruciali della sua giovinezza.
Un percorso che principia dagli sfavillanti anni newyorkesi, passando al fatale incontro con l’amata moglie fino alla rappresentazione del singolare processo creativo che ha portato alla nascita di una delle sue opere più note – la persistenza della memoria – conservato nella collezione permanente del MoMA di New York.
Un ritratto autentico quello proposto dalla regista canadese, sia nella descrizione del pensiero artistico del maestro che nella rappresentazione delle sue piccolezze di uomo, in particolare dei suoi ultimi anni. Daliland è infatti il racconto di un uomo per molti versi distaccato dalla realtà, ossessionato dal reperimento dei fondi per finaziare il suo edonistico stile di vita, ipocondriaco, geloso dell’amatissima moglie Gala ma anche lucidissimo nella sua visione artistica.
Al di là degli eccessi classici di una personalità istrionica come la sua, la visione artistica di Dalì sembra essere estremamente lucida. Una concezione artistica guidata dalla percezione consapevole di essere uno strumento della creazione di Dio, ispirata dall’eros inteso nella sua versione più ampia del termine, come tutto ciò che motiva e ispira alla vita dell’uomo.
Se infatti il terrore della morte e della malattia lo ha attanagliato tutta la vita, è proprio il suo straordinario anelito all’Eros, eterno contraltare di Thanatos, ad avergli consentito di trionfare su di essa fino alla fine ed a aver ispirato la sua straordinaria arte.
Daliland tuttavia è anche una riflessione sull’efferato mondo dell’arte e sui suoi eccessi. La sua incapacità a gestire le finanze, come qualsiasi altro aspetto pratico della vita, ha finito infatti per mettere Dalì alla mercé di pletore di mercanti senza scrupoli pronti a qualsiasi nefandezza pur di fare soldi all’ombra del genio.
Straordinaria la performance attoriale del premio oscar Ben Kingsley (Gandhi, Hugo Cabret) che restituisce magistralemnte i guizzi geniali del grande artista, una spanna al di sopra del resto del cast che non sempre sembra essere all’altezza del ruolo.
Daliland è in uscita nelle sale italiane il 25 maggio 2023 grazie alla distribuzione di Plaion Pictures.
Regia: Mary Harron Con: Ben Kingsley, Barbara Sukowa, Ezra Miller, Christopher Briney, Rupert Graves, Andreja Pejic, Alexander Beyer Paese: USA Durata: 104 minuti Distribuzione: Plaion Pictures