Moonage Daydream – Recensione del documentario dedicato al duca bianco David Bowie

Moonage Daydream – Recensione del documentario dedicato al duca bianco David Bowie

Moonage Daydream: il regista Brett Morgen propone attraverso il documentario una lettura del tutto inedita del fenomeno David Bowie tentando di cogliere le mille sfaccettature di un personaggio per molti versi indefinibile.

il regista di Kurt Cobain: Montage of Heck torna ad omaggiare il mondo del rock con un artista diametralmente opposto, per stile e produzione, rispetto al leader dei Nirvana ma anch’esso indubbiamente iconico.

il riuscito documentario Moonage Daydream ha in primo luogo il merito di rendere giustizia alla incredibile poliedricità di un artista che, pur baciato giovanissimo da un successo planetario, non ha mai cercato il consenso del suo pubblico ma ha percorso tutte le strade artistiche ritenute dallo stesso in qualche modo stimolanti. Quella di David Bowie è infatti una produzione artistica che trova il suo fortunato incipit nel glam rock, del quale fu uno dei grandi interpreti della scena inglese insieme ai T Rex, ma che spazia nei generi musicali ma soprattutto nelle discipline artistiche toccando anche la pittura, il teatro, il cinema.

Oltre a tentare il ritratto di un artista per molti versi indefinibile, la pellicola dedicata a David Bowie è particolarmente efficace nel tratteggiare la sua capacità di interpretare fin dal principio i tempi nel quale ha vissuto. Bowie sentì infatti di essere uno dei grandi promotori di quel cambiamento sociale, che in Europa ha visto l’Inghilterra come uno dei paesi capofila, contro una società fondamentalmente collettivista che interpretava il buon cittadino come colui che è in grado di adattarsi alle necessità comuni ed a essere una efficace rotella di un ingranaggio.

Un cambiamento che ha poi portato alla rivendicazione della indivualità dei singoli, della personale specificità del ruolo di ciascuno di noi nel mondo e alla rivendicazione della propria personale ricerca della felicità. Cambiamenti culturali tanto rilevanti da stravolgere i ruoli di genere, i ruoli sociali ma anche quelli religiosi in un percorso artistico quello di Bowie che non poteva non coivolgere i più importanti riferimenti culturali del ventesimo secolo da Friedrich Nietzsche, alla psicanalisi, alle religioni orientali. In tal senso per certi versi va quindi interpretata il suo primario percorso artistico da Androgino, non tanto come una forma di provocazione o di sperimentazione, quanto un tentativo attraverso un personaggio percepito come deflagrante di integrazione degli opposti, dell’ombra nella coscienza, nel tentativo di raggiungere quella unità tanto cara alla spiritualirtà orientale.

Il documentario di Brett Morgen è tuttavia anche una pellicola che, attraverso le parole dello stesso Bowie, approfondisce anche molta della biografia del poliedrico artista tratteggiandone anche i traumi familiari, dalla disgregazione familiare successiva alla morte del padre alla malattia mentale del fratellastro. Eventi che hanno contribuito a quel senso di straniamento dalla realtà che lo ha portato a percorrere qualsiasia strada fosse lontana dal conformismo della provincia inglese nel quale è cresciuto.

Moonage Daydream è inoltre una straordinaria esperienza visiva e uditiva sicuramente imperdibile per i numerosi fan dell’artista me che rappresenza anche una interessante chiave di lettura della seconda metà del ventesimo secolo rappresentando una straordinaria occasione di arricchimento culturale anche per coloro che non fanno parte dello zoccolo duro dei suoi sostenitori.

Moonage Daydream è in sala in anteprima dal 15 al 21 settembre in esclusiva IMAX e poi al cinema dal 26 al 28 settembre.

RegiaBrett Morgen Sceneggiatura: Brett Morgen Paese: Gemania, USA Anno: 2022 Durata: 140 minuti  DistribuzioneUniversal Pictures

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