Povere creature! – Incontro con Willem Dafoe per parlare della sua partecipazione all’ultimo capolavoro di Yorgos Lanthimos

Povere creature! – Incontro con Willem Dafoe per parlare della sua partecipazione all’ultimo capolavoro di Yorgos Lanthimos

Povere creature!: nella febbrile attesa dell’uscita nei cinema il prossimo 25 gennaio del film vincitore del leone d’oro come miglior film all’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e di due Golden Globe, Willem Dafoe ha incontrato la stampa che raccontare come è stata l’esperienza di lavorare con la splendida Emma Stone e con uno dei registi più promettenti del momento.

Willem Dafoe ha incontrato la stampa italiana a Roma per presentare il film Povere Creature! di Yorgos Lanthimos (qui la nostra recensione), in cui interpreta il dottor Godwin Baxter, ruolo per il quale ha ricevuto una nomination ai Golden Globe . Nel cast stellare anche Emma StoneMark RuffaloRamy YoussefJerrod CarmichaelChristopher AbbottMargaret QualleyKathryn Hunter.

Di seguito una sintesi del nostro incontro.

Domanda: Sembra che lei abbia un destino con i dei e con i mostri, dal Geù tormentato nell’Ultima Tentazione di Cristo di Scorsese questo Dio sfigurato come il mostro di Frankenstein, vede similitudini fra questi due personaggi?

W.D. No affatto, sono entrambi profondamente condizionati dalle circostanze in cui si trovano piuttosto, sono entrambi personaggi simpatici ma la similitudine si ferma lì, almeno io li vedo simpatici.

Domanda: Ha collaborato con degli autori del calibro di William Friedkin, David Lynch, David Cronenberg, Lars von Trier, tutti autori con una visione unica. Yorgos Lanthimos è uno di questi? Come si è immerso nel suo mondo?

W.D. Assolutamente si. I registi sono estremamente importanti per me, come attore è importante concedersi completamente e fidarsi di chi ha una forte visione. Mi piace questa relazione attore e regista, chi ha una visione molto chiara e te la spiega e tu come attore vai verso di essa cercando di abitarla. Non deve per forza qualcosa che capisco immediatamente ma deve essere qualcosa che mi viene presentato e verso cui mi muovo, per prenderla e trasformala e dare corpo al personaggio.

Domanda: Lei viene da una Famiglia di medici, questo l’ha aiutata questo suo background nella costruzione del personaggio?

W.D. Forse non è stato così importante ma effettivamente sono cresciuto intorno a strumenti chirurgici e ospedali. Quando ero un teenager spesso accompagnavo mio madre nel giro di visite, facevo il portiere nella clinica di mio padre. Sono sempre stato in contatto con la clinica, la malattia, la cura. Questo mi ha dato una connessione con il personaggio fin dal principio che è un medico, uno scienziato. Per tutti andare in ospedale è spaventoso, per me è sempre stato confortante e come tornare in famiglia, ho sempre provato un senso di fiducia.

Domanda. Lei trova questo personaggio simpatico, ma vede in esso qualcosa di mostruoso? In fin dei conti gioca con la vita e la morte. Anche la sua creatura Bella è un mostro anche lei. Li vede nel profondo anche così?

W.D. Chiaramente il film ha come evidente riferimento la storia di Frankenstein ma c’è una cruciale differenza fra i due film. Il mostro di Frankenstein è odiato dal suo creatore, menter Godwin si innamora della sua creatura e le dà una seconda occasione perchè Bella è una suicida. Godwin crede profondamente nella scienza e lo fa per avere anche lui una seconda occasione. Anche se noi vediamo questo gesto come un esperimento non etico, lui lo vede invece come come qualcosa di molto generoso.

Domanda. Da questo film vediamo che gli uomini sono alla frutta, secondo Lei è vero e quale è la salvezza per gli uomini?

W.D. Wow, non sono sicuro di avere una risposta per la salvezza degli uomini. Effettivamente molti uomini oppressivi e potranno riconoscersi guardandosi negli uomini descritti nel film. Le donne sanno resistere sessualmente molto più degli uomini, forse questa è una delle ragioni per cui gli uomini hanno tentato di opprimerle per tanto tempo. Stiamo entrando in una era un cui le donne stanno prendendo il loro giusto posto nel mondo. Non so se 20 anni fa un film del genere sarebbe stato acconto così, probabilmente no. Non so sinceramente come salvare gli uomini, sarebbe già abbastanza come salvare me stesso. E’ bello che questo film esprima una liberazione personale attiva, che vediamo attraverso gli occhi di una donna.

Domanda. Un film di umanesimo profondo e un coraggio nella narrazione, sono aspetti che Lei vede ancora spesso? Con i cambiamenti che hanno investito le produzioni, con la presenza massiccia delle piattaforme i racconti sono più convenzionali oppure no?

W.D. Non lo so. Non sono una autorità in materia, opero da tanto nel settore ma la vedo solo dal mio punto di vista. Quest’anno ci sono stati degli ottimi film finanziati dalle piattaforme, tuttavia credo profondamente nella esperienza di vedere i film al cinema. Non per la dimensione dello schermo in quanto tale ma per l’esperienza di vedere qualcosa in un ambiente neutrale con estranei, è una esperienza importante per me.

Domanda. Ha appena ricevuto la stella a hollywood. Cosa rappresenta questo traguardo per lei?

W.D. E’ stata una bellissima cerimonia con Pedro Pascal e Patricia Arquette, amici e registi con cui ho lavorato, che hanno tenuto dei bellissimi discorsi. E’ stato bello sentirsi parte di una comunità, è una esperienza che non si percepisce spesso come attore perché spesso si partecipa a produzioni internazionali, nazionali, grandi e piccole, così diverse. È stato difficile però accettare che la mattonella mi sopravviverà.

Domanda. Come è andata con il trucco? E’ stato difficile recitare con la maschera.

W.D. L’ho fatto prima e lo rifarò. E’ un fantastisco strumento per un attore utilizzare una maschera, la metti sù e vedi te stesso scomparire, per le successive tre ore hai la possibilità di sentire e fare come molto diverse da quello che sei. Non è comodo ma ne vale assolutamente la pena.

Domanda. Alla sua formidabile carriera, c’è una sfida o un progetto che manca ancora? Passa tanto tempo a Roma, cosa le piace e non di questa città?

W.D. I progetti che riguardano sempre le persone, i posti, i luoghi e le circostanze. Ho sicuramente dei desideri ma poi svaniscono perchè quello che mi piace è quando mi trovo con delle persone e esce qualcosa che stai cercando. È la relazione con le persone che fa emergere qualcosa che stai cercando. Sei sempre te stesso ma è bello realizzare la vita di qualcunl’atro.

Lo chiederesti ad un italiano? Io sono Italiano! Sono privilegiato a vivere in Italia, non voglio essere sdolcinato, penso che basti. Sto qui da così tanto e mi sento oramai italiano quindi è strano quando me lo chiedono.

Domanda. Come è andato il rapporto con Emma Stone? Nel film ci sono tante scene d’azione. Come vi ha diretto Lanthimos?

W.D. Lanthimos ha creato un mondo fantastico e tu entri dentro. Il testo è molto intenso, lui non ti dice cosa fare, ti guarda e apporta i necessari aggiustamenti. Emma è fantastica, ha fatto un lavoro splendido. Girava tutto intorno a lei e ha un rapporto fanrastico con Lanthimos, è la sua musa. E’ bellissimo lavorare con lei. va solo supportata, non è una diva e quindi è stato un set molto piacevole e divertente. Lanthimos è molto riservato, non spiga molto, non da molte indicazioni di regia, dirige stuzzicandoti, prendedoti in giro.

Domanda. Ho sentito che eri interessato di fare un remake di uno dei tuoi film preferiti Onibaba, è un progetto morto? Hai un’altra idea in questo momento?

W.D. Il progetto Onibaba è probabilmente morto, quando volevo farlo avevo pensato di interpretare il ragazzo tornato dalla guerra, sarei felice di farlo ma sarebbe meglio che facessi la vecchia. È un film bellissimo, un vecchio horror giapponese molto poetico che ancora oggi regge i tempo. potrebbe essere interessante fare la vecchia effettivemente, questa sì che sarebbe una sfida.

Povere creature! è in uscita al cinema dal 25 gennaio 2024 distribuito da The Walt Disney Company Italia.

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