Sanctuary – Recensione del Film di Zachary Wigon

Sanctuary – Recensione del Film di Zachary Wigon

Sanctuary: presentato in concorso ufficiale alla Festa del Cinema di Roma e in anteprima al Toronto International Film Festival, in sala grazie a I Wonder Pictures il nuovo film di Zachary Wigon.

Rebecca è una dominatrice, Hal un suo cliente abitudinario. Rampollo di una ricchissima famiglia che gestisce una enorme catena di alberghi, Hal è solito scrivere le sceneggiature dei loro incontri che entrambi poi interpretano nella privacy di costose suite di lusso.

La perfetta alchimia che c’è fra i due si interrompe nel momento in cui Hal decide di mettere fine alla loro frequentazione, sta infatti per ereditare le aziende di famiglia e questo tipo di relazione può dimostrarsi particolarmente pericolosa per lui. Una scelta che scatenerà una serie di eventi inaspettati e che rischierà di mettere in pericolo il futuro di entrambi.

Non in molti sanno che il famoso personaggio della DC Comics Wonder Woman fu ideato dall’eccentrico William Moulton Marston, psicologo innovativo e promotore di teorie visonarie, teorico del femminismo liberale, inventore della macchina della verità e della teoria DISC, noto anche per la sua vita amorosa eterodossa che condivideva con due compagne.

L’idea che William Moulton Marston intendeva proporre alle grandi masse attraverso il potente mezzo dei fumetti, era una rappresentazione di figura femminile dominante. Un paradigma alternativo a quello tutt’oggi mainstream che consentisse, a chi non si ricososcesse nella dicotomia dell’uomo dominante e della donna subalterna, un modello alternativo da poter vivere nella propria vita e attraverso il quale trovare la propria felicità.

Il percorso evolutivo proposto dalla pellicola diretta da Zachary Wigon sembra essere simile. In una contemporaneità nella quale si manifestano sempre più frequentemente archetipi femminili forti, il regista propone una relazione nella quale è il giovane Hal a desiderare di cedere le redini e Rebecca ad interpretare quel ruolo di potere che le è così congeniale attraverso lo straordinario mezzo dell’eros.

A tal proposito la psicanalista Sabina Spielrein, nota per le sue innovative teorie e per essere stata la relazione più profonda di Carl Gustav Jung, sosteneva che l’istinto sessuale fosse in forte relazione con l’istinito di morte. Morte instesa come processo nel quale di accetta il deperimento di tutto ciò che non è più funzionale all’evoluzione personale a favore di ciò che è nuovo.

In questa visione l’eros è forse lo strumento di trasmutazione ed evoluzione della coscenza per eccellenza. Esso tuttavia riesce a svolgere la sua funzione traformatrice solo se coloro che vi si accostano sono in grado di sottomettere il loro ego ad esso e a rinunciare alla propria identità a favore di una nuova.

“Pensiamo alla sessualità come fusione, perdere se stessi nell’altro, distruggere la propria individualità. La vera sessualità pretende la distruzione dell’Ego.”

Sabina SpielreinA Dangerous Method

Una dinamica quella di Sanctuary, magnificamente interpretata da Margaret Qualley (C’era una volta a… Hollywood) e Christopher Abbott (Comma 22, Possessor), che è forse più diffusa di quanto si voglia comunemente ammettere, che conduce lo spettatore attraverso attimi di consapevolezza progressivi e nel quale l’eros è un potente strumento di conoscenza della propria interiorità.

Sanctuary è in uscita nei cinema italiani dal 25 maggio 2023 grazie ad I Wonder Pictures.

RegiaZachary Wigon Sceneggiatura: Micah Bloomberg ConMargaret Qualley, Christopher Abbott Durata: 96 minuti  Paese: USA Anno: 2022 DistribuzioneI Wonder Pictures

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